Accelerare la conoscenza del web
di Francesca Balboni
Alla luce dei
recenti fatti di attualità, tra battaglie cibernetiche e zuffe mediatiche,
forse è fondamentale fare chiarezza su alcuni aspetti dello strumento sicuramente più rivoluzionario
degli ultimi decenni: il WEB.
Fino ad ora i
precursori del web hanno viaggiato da soli. Hanno investito nella propria
formazione digitale, spesso in totale autonomia e alcuni ne hanno fatto anche un
mestiere.
Altri ne hanno fatto
un principio assoluto e persino valoriale per fare politica.
La presenza del web e
delle sue potenzialità nelle nostre vite ormai è diventata abbastanza evidente
a molti (rimane ancora uno zoccolo duro di scettici, ma diminuisce sempre di
più). Col web il mondo è, in sostanza,
potenzialmente alla portata di tutti.
Bisogna fare chiarezza però per
comprenderne il significato e imparare ad usarlo.
Per molti ad esempio
non è chiara la differenza tra chi lo
usa in modo consapevole e chi no.
C’è chi dice che la
rete è fonte primaria dei nostri disastri quotidiani, politici o sociali. Chi sostiene ciò però deve soffermarsi su un
aspetto: il web è uno strumento ormai
inevitabile. E, in
quanto tale, va conosciuto e saputo usare. E' giusto, ad esempio, conoscere l'enorme potere che Google e Facebook hanno sul web.
Anzi deve diventare un dovere di ognuno di noi saperlo usare e gestirlo
al meglio, il web, anche per poter pretendere una sempre maggiore sicurezza, una sempre
maggiore privacy, una sempre maggiore trasparenza, una sempre migliore qualità
dell’informazione.
Così come dovremmo imparare a conoscere le potenzialità del cellulare che nella maggior parte dei casi abbiamo sempre con noi. Anche per quanto riguarda la nostra privacy.
Soprattutto
considerato il potenziale del web, che in mano agli insipienti e, peggio ancora, ai malviventi può diventare davvero un pericolo, è dovere di ognuno di
noi impegnarsi a conoscerlo e a usarlo nel modo migliore.
Quando si parla di democrazia della rete va detto che, oggi
come oggi, è vero solo in parte.
È indiscutibile e,
vorrei aggiungere, straordinaria la capacità
di accesso e anche la visibilità
che ognuno di noi può potenzialmente
ottenere dalla presenza in rete. Infatti l’ingresso al web è aperto a chiunque, senza nessuna esclusione. Così come un account
Facebook o Twitter è alla portata di tutti (è davvero semplice gestirlo) ed è
ugualmente e paritariamente visibile da parte di tutti (se lo si desidera) sia che
appartenga a un Ministro della Repubblica sia che appartenga a un qualunque
cittadino.
Basta vedere il
successo di piccole e medie aziende nate esclusivamente grazie al web (certo,
senza impegno e creatività non c’è partita), oppure il successo di petizioni
online a sfondo sociale e benefico, o anche i casi di crowdfunding, e così tanti altri esempi virtuosi e “democratici”. Il web è
pieno di persone straordinariamente brillanti che con poco denaro (e certamente
molto impegno) hanno creato grandi opportunità per se stesse e per gli altri
(qui il merito può pagare davvero!).
L’aspetto sul quale è importante soffermarsi circa la sua attuale e realistica
capacità di rappresentare democraticaticamente la popolazione si scontra con la reale portata di chi può
accedervi.
In sostanza dalla rete non dovrebbe essere esclusa una quota di cittadini, e coloro che la abitano dovrebbero essere sempre informati sulle
modalità per difendere la propria privacy.
E invece attualmente non accede alla rete una larga fetta di
popolazione.
È sufficiente analizzare i dati Istat sull’utilizzo di
internet da parte delle persone e sull’utilizzo della banda larga da parte
delle famiglie.
Fonte
Istat Noi Italia 2016: Gli utenti di
internet* sono il 60,2% (circa 34milioni 500mila persone. Nel 2005 erano il
31,8%), ma solo il 40,3% si connette quotidianamente. L'utilizzo della rete è
fortemente collegato con l'età, con una quota di utenti che decresce
progressivamente dopo i 24 anni. Ad eccezione dei più giovani, l'uso della rete
è ancora caratterizzato da forti differenze di genere.
* Per utenti di Internet si intendono le
persone di 6 anni e più che si sono collegate in rete, indipendentemente dal
possesso effettivo di un accesso ad Internet. I dati presentati sono stati
raccolti con il modulo armonizzato a livello europeo sull’utilizzo delle nuove
tecnologie della comunicazione e dell’informazione da parte di famiglie e
individui (Community survey on ICT usage in households and by individuals) e
contenuto nell’indagine multiscopo sulle famiglie “Aspetti della vita
quotidiana”. Le interviste sono state effettuate a marzo 2015. Per i confronti
regionali si utilizzano informazioni relative alla popolazione di 6 anni e più
che hanno utilizzato Internet negli ultimi 12 mesi precedenti l’intervista.
Fonte
Istat Noi Italia 2016: Dal 2006 (14,4%
delle famiglie) aumenta considerevolmente la quota di famiglie che dispongono
di una connessione veloce** per accedere a Internet da casa, con quasi due
terzi delle famiglie (65,2%) che nel 2015 utilizzano una connessione a banda
larga.
** Per disponibilità nelle famiglie di una connessione a banda larga si intende la
possibilità da parte di queste ultime di accedere a Internet da casa mediante
tecnologie DSL (ADSL, SHDSL, ecc.) o mediante connessione senza fili
(wireless), sia fissa (fibra ottica, rete locale, PLC cioè segnali trasmessi
tramite rete elettrica), sia mobile (telefonino o palmare 3G, chiavetta USB e
simili). I dati presentati sono stati raccolti con il modulo armonizzato a livello
europeo sull’utilizzo delle nuove tecnologie della comunicazione e
dell’informazione da parte di famiglie e individui (Community survey on ICT
usage in households and by individuals) e contenuto nell’indagine multiscopo
sulle famiglie “Aspetti della vita quotidiana”. Le interviste sono state
effettuate a marzo 2015. Per i confronti regionali si fa genericamente
riferimento alle famiglie che si sono connesse ad Internet da casa mediante
banda larga.
Non è raggiunta
dalla connessione, ad esempio, un’importante parte del territorio nazionale. Da ricordare che l'estensione della banda larga è un obiettivo della strategia Europa 2020.
Inoltre, una discreta quota di popolazione, nella maggior parte dei casi rappresentata dagli over 50, non ha le competenze necessarie per accedere a internet, il che determina una conseguente esclusione alla partecipazione attiva a iniziative, attività e movimenti che operano esclusivamente sul web.
Inoltre, una discreta quota di popolazione, nella maggior parte dei casi rappresentata dagli over 50, non ha le competenze necessarie per accedere a internet, il che determina una conseguente esclusione alla partecipazione attiva a iniziative, attività e movimenti che operano esclusivamente sul web.
Persone di
6 anni e più che hanno usato Internet negli ultimi 12 mesi per sesso e classe
di età
Anno 2015 (per 100 persone con le stesse caratteristiche) |
|||
CLASSI DI
ETÀ
|
Maschi
|
Femmine
|
Totale
|
6-10
|
43,3
|
44,3
|
43,8
|
11-14
|
79,4
|
81,3
|
80,4
|
15-17
|
92,5
|
91,5
|
92,0
|
18-19
|
91,3
|
92,7
|
92,0
|
20-24
|
91,1
|
90,3
|
90,7
|
25-34
|
85,9
|
84,4
|
85,1
|
35-44
|
81,1
|
79,2
|
80,1
|
45-54
|
73,0
|
67,1
|
70,0
|
55-59
|
65,8
|
55,3
|
60,4
|
60-64
|
54,8
|
37,6
|
45,9
|
65-74
|
35,2
|
17,3
|
25,6
|
75 e più
|
11,2
|
3,7
|
6,7
|
Totale
|
65,0
|
55,8
|
60,2
|
Fonte:
Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie "Aspetti della vita
quotidiana"
|
Le persone che si
connettono a internet sono il 60,2% (il 43,3% lo fa regolarmente) e le famiglie
che hanno utilizzato nel 2015 la banda larga sono state il 65,2%. Numeri
certamente aumentati dal 2005 ma ancora lontani da una copertura sufficiente.
Dai dati emerge
anche una differenza di genere nelle fasce di età più adulte. Infatti secondo i
dati Istat la presenza numerica maschile in queste fasce di età è superiore a
quella femminile.
Tale esclusione induce a considerare con cautela il concetto di
rappresentanza democratica con riferimento alla partecipazione politica sul web. Non raggiungere una
fetta di popolazione, peraltro percentualmente elevata nelle nostre società occidentali anziane ( in
Italia in particolare), esclude una grande quantità di persone che avrebbero
tutto il diritto di informarsi ed esprimersi.
Così come, alla luce delle notizie sulla violazione della privacy,
sarebbe sacrosanto comunicare maggiori informazioni ai cittadini della rete
sulle modalità per arginare l’esposizione rischiosa.
È inoltre vero che,
come in ogni cosa, la disponibilità
economica di ognuno di noi determini maggiori opportunità: la connessione
costa, i dispositivi sono sempre più moderni e hanno necessità di essere
adeguati al galoppare della tecnologia. Inoltre ogni contenuto online ha
svariate possibilità, anche a seconda del livello di costo sostenuto, di
arrivare a platee più o meno vaste o addirittura a diventare virale.
Dunque, per tutti
questi motivi, penso che sia di fondamentale
importanza diffondere la conoscenza del
web e del suo consapevole utilizzo (niente
volgarità, niente falsità, niente delazioni, niente umiliazioni; conoscenza
delle principali norme di sicurezza online; conoscenza delle potenzialità a
disposizione di tutti) per fronteggiare
ad armi pari la vita quotidiana e per partecipare
attivamente all’informazione e alle attività politiche e sociali che riguardano
e coinvolgono non solo i giovani (più pratici all’uso del web) ma anche gli
anziani, i malati, gli esclusi etc. Basti pensare alla grande e
straordinaria semplificazione nella possibilità di accesso ad informazioni e
pratiche grazie all’uso di internet, fatte salve le competenze necessarie.
In questa direzione l’Agenzia per l’Agenda Digitale attua e diffonde
i principi di base delle competenze digitali.
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