Passa ai contenuti principali

Il canto di Olga, 17 anni dopo la morte del marito Massimo D’Antona

di Francesca Balboni

articolo su La27ora


Venerdì 20 maggio si è svolta la commemorazione dell’omicidio di Massimo D’Antona, giuslavorista e docente universitario ucciso il 20 maggio 1999 da un gruppo di terroristi. Ogni anno per celebrare questa giornata si svolge una breve cerimonia proprio sul luogo dove avvenne il delitto.
Quest’anno la commemorazione si è svolta con la partecipazione, tra gli altri, oltre che della moglie Olga D’Antona, della Presidente della Camera Laura Boldrini, del Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, del Segretario Generale della CGIL Susanna Camusso (guarda il suo intervento) e del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Del Rio.
Alcuni discorsi delle autorità rivolti ad un pubblico per lo più di amici e conoscenti oltre che di giornalisti e sindacalisti, la lettura delle parole inviate dal Presidente della Repubblica, poi la deposizione di una corona di fiori. 


Ho conosciuto Olga D’Antona qualche anno fa in un gruppo di canto corale. Olga, come me, ama il canto e per quello corale condividiamo una passione particolare. Allora avevo deciso di trascorrere un fine settimana di workshop dedicato al canto dei madrigali assieme ad un gruppo di persone appassionate del genere. La sera era consuetudine, così come in altre analoghe situazioni, sistemarsi per la cena attorno al tavolo in modo casuale. Lo spirito del gruppo era infatti quello di cogliere l’opportunità, oltre che di cantare, di conoscersi meglio tra colleghi di coro.
Il caso volle che quella sera io fossi seduta sul lato del lungo tavolo «sociale» proprio davanti a Olga, che non conoscevo. Vicino a noi c’era Nina, l’unico tenore donna di allora.
Fummo subito trasportate da argomenti di vario genere, con la sensazione di condividere quella reciproca empatia che solitamente si prova quando c’è una passione comune.
Ricordo perfettamente quando, parlando di attualità, Olga disse che suo marito era stato vittima di un atto terroristico. Ci si gelò il sangue. Nina rimase ammutolita ed io, senza trovare immediatamente le giuste parole, le chiesi semplicemente chi fosse suo marito. Lei rispose, Massimo D’Antona. Nina ed io rimanemmo per un momento sconvolte dal fatto che si svelasse a noi, senza avvertimento, una parte ancora così bruciante della nostra storia recente.
Olga è così, si palesa con tutta la sua delicata energia e ti parla con un equilibrio fuori dal comune anche di un’esperienza drammatica come la sua.
Da parte mia ho provato immediatamente verso di lei un sentimento di protezione, un profondo dovere umano di avere nei suoi confronti una particolare delicatezza e attenzione. Non aveva certamente bisogno della mia protezione Olga D’Antona, così forte e dotata di un’energia intelligente e volitiva, ma mi sono sentita nei suoi confronti di dover tutelare una fragilità che immaginavo le potesse appartenere.
Qualche tempo fa mi ha regalato il suo libro Così raro, così perduto. Un libro scritto a due mani con Sergio Zavoli, che documenta il periodo successivo al tragico assassinio in cui Olga si trovò catapultata all’improvviso in una nuova realtà. Un periodo denso di incontri pubblici, nei quali si rivolse a platee intere bisognose di capire il perché di un evento terroristico dopo 11 anni dall’ultimo attentato.
Non si è abbattuta Olga dopo aver subito, lei e sua figlia, una perdita per mano di estranei, proprio nel momento migliore della loro vita familiare. Non si è arresa, perché aveva immaginato che la vita l’avesse voluta chiamare ad adempiere qualcosa di importante, seppure in un modo così drammatico e straziante.
La vita, dunque, la chiamava forse a testimoniare quel pensiero politico che accomuna coloro che hanno una «visione sociale del mondo», che si sentono parte integrante della società e per questa spendono talvolta la vita.
«Straziata e ferma erede del delitto», così l’aveva definita Zavoli nel libro che ha raccolto molti dei suoi interventi pubblici in un periodo frenetico nel quale, dopo aver preso consapevolezza che «la vita non sarebbe stata più quella di prima», Olga D’Antona aveva voluto condividere il suo dolore trasformandolo in un atto di amore verso suo marito e verso tutti coloro che aspettavano delle risposte.
Sono passati 12 anni dalla stesura di quel libro e Olga, dopo un lungo periodo di attività parlamentare e sindacale, è ancora una persona energica, che ama la vita. E che ama profondamente il canto.
È proprio vero: il canto ha un effetto liberatorio e dona momenti di felicità e per Olga penso che sia anche un modo per sentirsi ancora vicina a suo marito, perché anche lui amava cantare e suonare la chitarra, come lei mi ha raccontato qualche tempo fa.
In questa occasione, quindi, vorrei commemorare proprio la vita, i cui principali testimoni sono coloro, come Olga, che hanno avuto la capacità di rinascere da ferite laceranti e che, nonostante tutto, sanno amarla.
La voce potente e ferma della bellissima e struggente canzone è la sua:





Da anni, grazie all’aiuto del suo tutor artistico, Olga ha intrapreso questa nuova sfida.

@PRODUZIONERISERVATA




Commenti

Post popolari in questo blog

Prove tecniche di tenuta delle famiglie

Francesca Balboni articolo pubblicato sul blog La 27ora il 9 marzo 2020 In giornate di emergenza nazionale, con l’uscita di un decreto che stravolge la vita di ognuno di noi, forse siamo portati a ripensare a tante situazioni della nostra realtà quotidiana. Declinare l’argomento della conciliazione dei tempi familiari, in questi giorni, assume un significato diverso e forse ancor più importante perché ci coglie impreparati ad affrontare alcune situazioni e consuetudini della nostra vita. Si sta assistendo a prove tecniche di tenuta delle famiglie e di capacità organizzativa domestica in una situazione di emergenza. La convivenza e  la gestione dei bambini a casa in questo periodo faranno riflettere molte persone sul valore del rapporto coi figli e sulla necessità di adottare misure anche per quando si uscirà da questo difficile periodo. Si spera, infatti, che la situazione contingente faccia riflettere sull’emergenza che da sempre vivono le famiglie, in particola...

L'importanza dei social. 8 marzo, primo giorno di account Twitter della Guardia di Finanza.

Francesca Balboni articolo uscito sul blog online La 27ora del corriere.it dal titolo La Guardia di Fiananza, Twitter e le carriere femminili  Con l’inaugurazione dell’ account twitter della Guardia di Finanza ( @GDF e #GuardiadiFinanza ) , nella G iornata internazionale della donna , si apre una finestra sul mondo. Una nuova modalità comunicativa come questa va senza dubbio nella direzione di avvicinarsi , anche simbolicamente, al cittadino , consentendo di raggiungere ed informare un numero sempre maggiore di persone . Il mondo dei socialnetwork, d’altronde, interessa ormai la maggior parte delle istituzioni pubbliche e private, che da tempo adottano strumenti di “comunicazione orizzontale” come twitter, facebook, instagram, e altre modalità analoghe. Innovazione e festa della donna, dunque, come elementi associati in un interessante connubio. L’ingresso delle donne in una istituzione originariamente maschile come le Fiamme Gialle risale al febbraio del 2000...

# WakeUpRoma. Il risveglio di Roma.

di Francesca Balboni Questa mattina nella sede di Luiss Enlabs é stata presentata l'iniziativa # WakeupRoma .  Una bella iniziativa, fortemente simbolica , di quelle che devono rimanere senza sponsor politici e non devono essere macchiate da nessuna polemica strumentale. Immagino una spinta sana e vera quella che ha originato WakeUpRoma (http://www.wakeuproma.org), iniziativa voluta da Luigi Capello, fondatore di Luiss Enlabs, che vuole investire sui giovani e che crede nella capacità di reagire dei romani.  L'obiettivo di questa  call  cittadina   è quello di coinvolgere i romani affinché scendano in piazza e partecipino ad una pulizia collettiva della città  per esternare il disperato   desiderio di un cambiamento di immagine di Roma . Un'immagine che sta spaventando anche gli investitori. Non a caso Capello parla di brand Roma e del bisogno di un suo recupero. Dunque, sulla falsariga di quanto avvenne a Milano quando i cittadini sces...