Passa ai contenuti principali
QUANDO L'ARTE COMUNICA IL FEMMINILE
di Francesca Balboni


Visitando la mostra di un’artista austriaca ho rivissuto una dimensione della mia vita alla quale sono inevitabilmente molto legata. Tale dimensione è ben descritta in alcune parole tratte dal libro Volere un figlio di Silvia Vegetti Finzi dove l’autrice scrive: «La donna porta, nella procreazione, tutta se stessa: non solo il corpo, ma i pensieri, gli affetti, la sua storia, prossima e remota». In queste parole credo sia racchiuso il forte messaggio che mi è arrivato guardando la mostra Relationships di Regina Huebner, presentata al pubblico durante la Giornata del Contemporaneo a cura dell’Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani.
Sono ormai molti anni che seguo il percorso artistico di Regina Huebner e ogni volta che vado ad una sua mostra mi sorprende la sua capacità di esplorare, magari inconsapevolmente, l’animo femminile. Forse mi sorprende perché ritrovo me stessa in alcune sue opere. Profondamente femminili, perché il tema dei suoi lavori e delle sue installazioni gioca spesso sulla sfera intima delle relazioni più prossime, quelle familiari. Forse la stessa artista ne ha avuto conferma, chiudendo il cerchio (nelle sue opere il cerchio e la sfera sono peraltro ricorrenti) col suo ultimo lavoro.
Una conferma l’ho certamente avuta io. Relationships rappresenta il punto d’arrivo, la sintesi forse, di un percorso dove l’esperienza della maternità ha avuto un ruolo fondamentale.
Una maternità che immagino vissuta talvolta in solitudine, “tessendo” gli attimi di vita e imprimendoli nella memoria, così come l’artista sembra aver rappresentato in un suo lavoro dove tesse un lunghissimo filo che dall’alto in basso crea una trama in verticale. E qui mi vengono nuovamente in mente alcune parole di Silvia Vegetti Finzi che ha dedicato una vita intera a studiare la dimensione materna: «Spesso lasciate troppo sole, le madri faticano a nominare le proprie emozioni» (tratto dall’articolo comparso sul Corriere della Sera).
Alcuni dei lavori di Regina Huebner li ho sempre ricondotti ad un percorso temporale. Ritraggono un principio, così come viene descritto dall’incedere dei passi che vediamo riprodotti in un video molto suggestivo dal nome Journey II, che compare nella home page del suo sito internet (proprio in questi giorni è stato eletto tra i lavori finalisti del premio Terna 06 e a dicembre sarà esposto a Torino presso l’archivio di Stato nell’ambito del Contemporary Arts) e nella lunga tessitura il cui lavoro vuole forse ritrarre la trama della sua vita.
Il trascorrere del tempo e delle esperienze sono narrati, inoltre, in altri lavori fortemente simbolici come ad esempio il video dove scorre, goccia dopo goccia, il latte materno (il bellissimo lavoro dell’artista rappresenta lo scorrere incessante del latte materno, quasi a voler raccogliere una quantità immensa di “liquido vitale”) oppure l’installazione dove una bambina (la figlia dell’artista) muove i suoi primi passi dell’infanzia disegnando un cerchio immaginario. Ed ancora la riproduzione di un mare capovolto che avanza e si ritira incessantemente, senza soluzione di continuità, che sembra voler esprimere la complessità della vita. I lavori vengono talvolta anche riproposti in sovrapposizione.
Relationships, che è la più recente raccolta dell’artista, appare infine il riassunto di un percorso, intensamente vissuto, qui espresso dal punto di vista artistico a chiusura di una fase della vita in cui la maternità sembra aver costituito l’elemento preponderante e che ha molto probabilmente portato l’autrice , nel corso del tempo, a scoprire e ridisegnare la propria dimensione di figlia.
Dopo aver tessuto ogni attimo, con l’intensità dei sentimenti, talvolta anche contraddittori, dopo aver nutrito col latte materno, dopo aver capovolto ripetutamente la propria prospettiva di vita per poter dare una forma possibile ad un percorso talvolta accidentato, come può essere quello di una madre, dopo aver maneggiato le rotondità della materia che forse ci vuole rimandare al ventre materno e alla luna luminosa (come rappresentato nel video dove due mani accarezzano e maneggiano una sfera di ghiaccio che sembra appunto una luna) è possibile ripercorrere il proprio cammino.
Dopo avere intensamente vissuto l’esperienza di madre l’artista può ritrovare le sue radici senza le quali tutto il suo vissuto non sarebbe stato possibile e le cerca in qualcosa che recupera dai suoi ricordi di bambina cioè dei centrini e delle stoffe arricchite da pizzi che le ricordano il suo passato e la casa materna. Anche in questo caso sembrano rinviare simbolicamente alla complessa trama della vita e sembrano mostrare, ancora sgualciti, un percorso, quello di sé da ragazza, non del tutto compiuto.

La distanza data dalla lontananza fisica dalla famiglia di origine ha forse permesso all’artista di svolgere un percorso unico di crescita che ha consentito una rilettura adulta dei legami familiari, costruendo per se stessa una dimensione solida della propria personalità. Con un impatto riepilogativo della fase artistica e di vita, rappresentata dalla raccolta di opere contenuta in Relationships, viene poi inserito un nuovo elemento che porta con sé una importante valenza collettiva: Regina Huebner decide di condividere la propria esperienza e di trarne un arricchimento per se stessa chiedendo ad alcuni amici più vicini di scrivere una lettera da rivolgere ai propri genitori, una alla madre e una al padre.
Mi è parsa un’ idea coinvolgente e interessante tanto da immaginarla aperta a chi voglia, insieme ai commenti, provare a scrivere qualche riga come se dovesse indirizzarla alla propria madre o al proprio padre. Una parte del progetto Relationships, che è ancora agli esordi, potrebbe ricevere spunti certamente interessanti dagli interventi che appariranno su questo blog.

Questo articolo è frutto di una mia riflessione guardando i lavori della mostra “Relationships” di Regina Huebner. La riproduzione è consentita a condizione che sia citata la fonte.
Le immagini e le opere artistiche citate sono di © Regina Hübner.

Commenti

Post popolari in questo blog

Prove tecniche di tenuta delle famiglie

Francesca Balboni articolo pubblicato sul blog La 27ora il 9 marzo 2020 In giornate di emergenza nazionale, con l’uscita di un decreto che stravolge la vita di ognuno di noi, forse siamo portati a ripensare a tante situazioni della nostra realtà quotidiana. Declinare l’argomento della conciliazione dei tempi familiari, in questi giorni, assume un significato diverso e forse ancor più importante perché ci coglie impreparati ad affrontare alcune situazioni e consuetudini della nostra vita. Si sta assistendo a prove tecniche di tenuta delle famiglie e di capacità organizzativa domestica in una situazione di emergenza. La convivenza e  la gestione dei bambini a casa in questo periodo faranno riflettere molte persone sul valore del rapporto coi figli e sulla necessità di adottare misure anche per quando si uscirà da questo difficile periodo. Si spera, infatti, che la situazione contingente faccia riflettere sull’emergenza che da sempre vivono le famiglie, in particolare l

La maternità è un'opportunità, non un destino

 Intervista a Silvia Vegetti Finzi sul blog La 27ora  di Francesca Balboni Nel corso dei mesi di ottobre e novembre la 27ora ha realizzato una serie di incontri sul Disegno di Legge n. 735,  Norme in materia di affido condiviso, mantenimento diretto e garanzia di bigenitorialità , detto DDL Pillon. Il Disegno di Legge è stato molto contestato e ne è stato richiesto il ritiro perché ritenuto principalmente contrario agli interessi dei bambini. Per comprendere alcuni aspetti del Disegno di Legge che coinvolgono anche la sfera psicologica dei bambini è fondamentale interrogarsi, dando la parola a chi ha dedicato la propria vita professionale ad analizzare le dinamiche interiori dei più piccoli. E forse è giusto ampliare lo sguardo riflettendo sul tema della famiglia e della maternità ai giorni nostri. Ho incontrato a Milano, per porgerle alcune domande, Silvia Vegetti Finzi, una tra le più sensibili e autorevoli studiose dei temi della famiglia e del mondo dell’età evolutiva. Scrit

STEPCHILD ADOPTION. Diverse prospettive.

di Francesca Balboni Uno degli argomenti tra i più discussi in questi giorni è senz’altro quello del disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili per le coppie dello stesso sesso. Un tema senza dubbio importante perché coinvolge e riguarda tutti su aspetti che definiscono l’identità delle persone. Secondo il disegno di legge Cirinnà verrebbero riconosciuti alle coppie omosessuali gli stessi diritti previsti per le coppie eterosessuali , in parte anche in materia di adozioni. Il disegno di legge, infatti, introdurrebbe la possibilità di adottare il figlio biologico del compagno omosessuale (un esempio è il caso di un figlio nato da un precedente matrimonio eterosessuale) come attualmente previsto per le sole coppie eterosessuali (articolo 44 della legge 4 maggio 1983 n. 184 che regola le “adozioni in casi particolari” o stepchild adoption ). Un’interessante disamina sul tema della stepchild adoption ci viene proposta da Anna Galizia Danovi, Presidente del Centro p